Storia

L’associazione me.dea nasce su iniziativa di un gruppo di donne, con una lunga esperienza di lavoro nel campo dell’educazione e del sociale, accomunate da una formazione specifica sulla violenza contro le donne.
Inizia ufficialmente la sua attività il 18 aprile 2009, quando inaugura il Centro Antiviolenza di Alessandria.

Ha come scopo la rimozione di ogni forma di violenza psicologica, fisica, sessuale, economica e stalking contro le donne, all’interno e fuori la famiglia, approfondendo la ricerca, la riflessione, il dibattito, promuovendo e svolgendo la formazione, implementando e gestendo azioni/progetti e servizi.

I principi guida dell’Associazione si richiamano all’autodeterminazione delle donne e alla libertà ed inviolabilità del corpo femminile.

L’Associazione, per conseguire tali scopi, si dedica alle seguenti attività:

  1. promuovere, organizzare e gestire strutture logistiche ove le donne, anche straniere, sole e/o con figli/e minorenni, possano trovare accoglienza telefonica e non, consulenza, e altre forme di supporto quali ad esempio gruppi di sostegno, allorquando subiscano violenze dentro e fuori la famiglia;
  2. attuare un servizio di accoglienza per donne adulte sole e/o con figli/e minori che hanno subito violenza in genere e maltrattamenti offrendo ogni più opportuno supporto quale per esempio: counselling psicologico, legale, accompagnamento ad altri servizi;
  3. realizzare un Centro in cui si approfondiscano le tematiche della violenza contro le donne e minori, tramite ricerche, organizzazione di convegni, seminari di studio e dibattiti ed ogni genere d’iniziative tese ad approfondire la problematica;
  4. promuovere azioni di prevenzione, sensibilizzazione, formazione, ricerca sul tema della violenza contro le donne e quant’altro possa servire alla realizzazione degli scopi e degli obiettivi sopra esposti;
  5. sviluppare progetti di prevenzione, servizi e azioni contro la tratta delle donne, la prostituzione coatta e ogni sfruttamento sessuale di donne italiane e straniere nel nostro e in altri paesi;
  6. gestire attività di sensibilizzazione, formazione, aggiornamento, anche innovative e sperimentale, integrative e di supporto, alle forze dell’ordine, agli operatori socio-sanitari, educativi, insegnanti, volontari, tirocinanti, operatori ed a qualsiasi altro gruppo, associazione, istituzione, pubbliche e private, interessati a lavorare sulle tematiche relative alla violenza e all’autonomia delle donne;
  7. favorire l’accesso alla conoscenza delle normative e delle politiche che riguardano i diritti delle donne;
  8. promuovere i rapporti di collaborazione con associazioni di donne ed istituzioni, anche a livello internazionale al fine di attuare dei progetti in rete;
  9. costituire reti con i vari servizi del territorio (sociali, sanitari, giudiziari, culturali, ecc.) promuovendo la comunicazione e il rapporto con loro e per la messa in atto di procedure e protocolli finalizzati al miglioramento dell’accoglienza in caso di violenza;
  10. produrre e raccogliere documentazione e dati, nel rispetto delle leggi vigenti, sui temi presi in esame dall’Associazione, comprese possibili iniziative editoriali e pubblicazioni on line ad esse collegate.

L’Associazione si rapporta, per l’attuazione delle sue attività, attraverso specifiche convenzioni e finanziamenti a progetto, con le istituzioni pubbliche e private. Inoltre, organizza raccolte pubbliche di fondi, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze, o campagne di sensibilizzazione ed esercita, senza scopo di lucro, attività di natura commerciale e promozionale finalizzate al proprio finanziamento.

Il nome e il logo dell’associazione derivano da una riflessione che mette al centro la donna.
Secondo il mito raccontato da Euripide, Medea è una donna potente, sapiente, pazza d’amore per Giasone, che per vendetta uccide i suoi figli. La scrittrice tedesca Christa Wolf ribalta la versione pervenuta da Euripide e riscrive il mito, descrivendo una donna, Medea appunto, forte e generosa, depositaria di un remoto sapere del corpo e della terra, che diventa il capro espiatorio per delitti commessi dalla società. Le uccideranno i figli e del loro delitto verrà accusata.
Medea diventa me.dea per mettere la donna al centro del percorso e restituire positività, dignità e femminilità a una donna da tempo denigrata, umiliata, abusata.
Il logo dell’associazione è formato dall’omega, l’ultima lettera dell’alfabeto greco, che abbraccia e contiene l’alfa, la prima lettera dell’alfabeto greco. Simbolicamente sta a significare che da una fine si può generare un nuovo inizio.

Statuto di me.dea

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